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Per il nostro libro abbiamo raccolto storie di civic hacking in Italia: alcune persone ci hanno fatto il meraviglioso regalo di raccontarci quello che stanno facendo, come lo stanno facendo e perché.
Le prime che sono arrivate le abbiamo raccolte in questo numero della newsletter. Di altre ne parliamo qui (e nel prossimo numero). Non sono tutte quelle che ci sono arrivate (e se ne hai inviato una e non la trovi citata qui, ricordati che non significa che non ci abbia colpito), sono solo una piccola selezione. Un antipasto, per così dire.
Ci piacerebbe continuare a confrontarci (al di là del libro e dei contenuti che abbiamo fissato per lui), quindi se conosci cose che, secondo te, starebbero bene in futuro nella newsletter, segnalacelo su Twitter con #CivicHackingIT.
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(ALTRE) VERE STORIE DI CIVIC HACKING
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Cesare e i numeri civici georiferiti
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"Per “indirizzo georiferito” si intende non tanto l’indirizzo espresso nei termini <via><n° civico>, con cui poi si effettua il geocoding usando strumenti e librerie commerciali e/o open source, ma, bensì, la coppia di coordinate che caratterizzano quell’indirizzo sul territorio".
Cesare Gerbino si è occupato a lungo di dati spaziali e sistemi informativi geografici. Parte da un'esigenza (apparentemente) semplice: sapere quali coordinate sono corrispondenti ad un dato indirizzo (operazione che si chiama geocoding). Google lo sa, ma le API sono ambigue: "The Geocoding API may only be used in conjunction with a Google map". Cosa c'è di pubblico? Di accessibile? Di riutilizzabile?
Cesare se lo chiede ed arriva a fare un censimento dei dati, molto interessante (ti consigliamo di leggere le sue conclusioni nei suoi blogpost).
Ci è piaciuta perché: è una cosa tecnica, ma Cesare la rende chiara anche a chi è praticamente digiuno di dati geografici (come conferma Erika).
https://cesaregerbino.wordpress.com/tag/numeri-civici/
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La storia ci è stata sottoposta da Manuela Vacca, giornalista, che con Andrea Zedda, data scientist, e Giovanni Battista Gallus, giurista, ha fondato cinque anni fa l'iniziativa (che si è ripetuta fino al 2017).
"Facciamo un regalo alla città. Sarebbe bello rendere i cittadini più consapevoli dei vantaggi di poter riusare i dati e fare in modo che chiedano alle pubbliche amministrazioni di aprire nuovi dataset”, si era detto a tavola. Quindi si erano unite le forze di semplici cittadini e di differenti associazioni per portare in Sardegna, a beneficio della collettività, una esperienza internazionale".
L'adesione all'International Open Data Day non ha, di per sè, nessuna rilevanza particolare, ma i sardi fanno di più: creano legami con il territorio, cercano di coinvolgere più attori possibili in una manifestazione priva di colori politici e danno vita ad una comunità informale molto forte.
Ci è piaciuta perché: esattamente questa frase: "Se prima erano gli organizzatori a bussare nelle scuole, ora succede il contrario. Persino la Regione Autonoma della Sardegna ha contattato gli organizzatori per realizzare assieme l'ultima edizione".
http://www.cagliariopendataday.eu
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Castel Beseno è un enorme castello a pochi chilometri da Trento, precisamente in Vallagarina. Di notte è illuminato, come una barca in mezzo all'oscurità. Proprio per questa presenza forte, ma, tutto sommato turistica, nasce il progetto di Davide Ondertoller e Sara Maino. Il castello è presente, c'è sempre, non solo quando i turisti pagano il biglietto. Come farlo tornare nella vita della valle?
"Il progetto culturale del festival Portobeseno è sintetizzato nel sottotitolo, "viaggio tra fonti storiche e sorgenti web". La proposta è di un percorso di scoperta e valorizzazione del territorio mescolando la cultura locale con la creatività e la memoria "liquida" del web. [...] In sintesi, Portobeseno vuole essere un modello di sperimentazione culturale e politica, un format da esportare, la proposta di un viaggio sul proprio territorio per conoscerne la memoria e per inventare nuove forme di narrazione".
Ci è piaciuta perché: sfrutta bene locale e digitale, rimette in circolo la conoscenza (tutti i materiali sono rilasciati come open content), permette di vivere in maniera diversa il territorio.
http://www.portobeseno.it/
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Wiki Loves Monuments è un concorso fotografico, nato nel 2010 in Olanda. Lo scopo è rimpinguare le immagini disponibili su Wikipedia, in particolare di monumenti e punti di interesse.
Se ti è spuntata la domanda: "e questo sarebbe civic hacking?", forse non sai bene com'è la situazione in Italia. Nel nostro Paese ci sono delle limitazioni oggettive a quello che può essere fotografato e distribuito: "L’assenza di libertà di panorama, i limiti imposti dalla legge, la mancanza di una mappatura completa dei monumenti ed altre difficoltà di tipo ideologico e burocratico sono gli ostacoli che ancora incontra l’organizzazione di Wiki Loves Monuments Italia", ci ha spiegato Cristian Cenci.
(Fino al 30 settembre è possibile partecipare all'edizione 2017 del concorso).
Ci è piaciuta perché: risponde in maniera costruttiva ad una serie di norme che limitano troppi attori.
http://wikilovesmonuments.wikimedia.it/
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NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT
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Buona Apocalisse a tutti di Terry Pratchett e Neil Gaiman, Mondadori
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Questo romanzo del 1990 racconta di una (quasi) Apocalisse, di angeli e demoni e di umani. Le fazioni sono schierate: bisogna far partire gli eventi che porteranno la fine del mondo e la, conseguente, distruzione dell'umanità. Crowley e Azraphel (emissari sulla Terra, uno del male e l'altro del bene) non sono della stessa idea: rifuggono le posizioni nette e burocratiche dei loro simili, fino a - volenti o nolenti - hackerare l'Armageddon.
Al di là del nostro amore per i due autori, questo romanzo è una divertentissima metafora di cosa significa trovare soluzioni creative a sfide sociali concrete, partendo da un problema al contempo semplice e complicato.
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Buona lettura!
Erika e Matteo
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