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Nelle scorse newsletter ci siamo concentrati sul gioco di squadra: team che fanno cose, persone riunite che trovano soluzioni creative, collaborazioni tra persone con talenti diversi. Ma cosa succede se vedi qualcosa che non va e vuoi fare qualcosa? Devi per forza collaborare con qualcuno?
La risposta è ovviamente no.
Abbiamo bisogno di Superman, quanto della Justice League. I civic hacker solitari sono necessari quanto le brigate di Code For America. Il lampo di genio - con lampadina accesa sospesa sopra al capo - è importante quanto il lavoro negli hackathon.
Ma che risultati puoi ottenere?
Dipende. Forse farai solo partire una conversazione, forse ne farai partire tante, forse risolverai qualcosa, forse no. Provaci (e poi raccontacelo)!
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Ehm, licenze, abbiamo un problema
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Qualche settimana fa l'Agenzia delle Entrate pubblica il servizio di consultazione dinamica della cartografia catastale.
Dato che è uno di quei set di dati che sono tenuti e mai dati, la prima reazione è di deciso entusiasmo: finalmente, forse, si muove qualcosa; finalmente vengono liberati dei dati effettivamente usabili da professionisti come gli ingegneri e i geologi; finalmente. Giusto? No.
La licenza è CC-BY-NC-ND che, praticamente, "al più ci puoi stampare una carta e appenderla nel bagno di casa (in un bagno pubblico no). La licenza è un muro invalicabile", come nota Andrea Borruso su Twitter. Andrea lo nota e lo sottolinea da solo, non gli serve un team di giuristi o di esperti di licenze. Ne nasce una discussione, sia nella comunità di Spaghetti Open Data, sia su Twitter, che nel forum curato dal Team Digitale. Ad oggi, la licenza sul sito dell'Agenzia delle Entrate è ancora CC-BY-NC-ND, ma, secondo noi, questo tipo di sensibilizzazione non è un buco nell'acqua: forse le cose non cambieranno subito, forse non cambieranno nemmeno nel lungo periodo, ma forse sì.
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Rifiuti e slot machines. Quale connessione? Matteo Fortini! Matteo non è un addetto alla raccolta di rifiuti che spende lo stipendio con le slot machines, ma un ingegnere, assessore e civic hacker. Nel suo blog, da qualche tempo, mette a disposizione delle infografiche per visualizzare concretamente gli Open Data della regione in cui vive. Bravo, ma quindi? Se sei di quelle parti, potresti renderti conto che nel tuo comune la raccolta differenziata non è fatta così bene, lanciare un laboratorio cittadino per imparare dove vanno i rifiuti (magari con annessa gita al dopo-raccolta), proporre - dati alla mano - uno sconto sulla tassa dei rifiuti per i più virtuosi. Se lavori in una libreria, potresti vedere i dati sulle slot e convincere qualche bar a sperimentare un'alternativa: "in questo angolo vendiamoci dei libri! Io te li fornisco e tu tieni parte del ricavato"; potresti organizzare un gruppo di lettura al bar e un gruppo di sensibilizzazione sulle dipendenze; potresti coordinarti con i centri medici e le biblioteche e fare una Human Library sul tema (le Human Library sono biblioteche da cui si prendono in prestito degli umani, invece che dei libri). A parte le Human Library - che esistono davvero - il resto è - ovviamente - solo un esperimento mentale, ma vedere un dato aiuta a farsene qualcosa, aiuta a farsi venire delle idee, aiuta a riflettere.
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Se sai cosa sono gli Open Data (ma più in generale se hai anche una minima idea di cosa significhi "openness") conosci l'annosa questione: cosa rilasciamo? Cosa è utile? Per quanto riguarda i dati, le risposte sono spesso simili: alcuni dataset sono ambiti come Lois Lane (i CAP, ad esempio), altri sono la criptonite delle amministrazioni (ad esempio le attività delle strutture di ricovero). Stefano Sabatini, nel 2015, decide di mettere un po' in ordine: cosa ci è stato promesso? Cosa è stato effettivamente rilasciato? A che punto siamo con il rilascio dei dataset? Parte delle risposte sono nascoste, manco a dirlo, in un PDF, quindi Stefano, da bravo amanuense, le trasforma in un dataset con annessa visualizzazione. Fare monitoraggio diventa più semplice e, nel 2016, Matteo (Brunati) aggiorna le informazioni. Alcuni dati li stiamo ancora aspettando, altri non arriveranno mai probabilmente, ma dalla discussione sulla mailing list di Spaghetti Open Data è chiaro che lo sforzo non è stato vano.
In un mondo ideale le Pubbliche Amministrazioni curioserebbero su queste cose e cercherebbero di migliorare - invece di chiedere costantemente "ma che dati vuoi?", ma non siamo in un mondo ideale.
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NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT
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Little brother di Cory Doctorow, Multiplayer Edizioni
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Se non hai letto questo libro (o la sua versione che era ancora sotto il titolo X), molla tutto e recupera. Non stiamo scherzando: prendilo, fatti un caffè, trova una posizione comoda e leggi fino a non riuscire più a tenere le palpebre aperte.
Marcus Yallow, detto w1n5t0n (si pronuncia “Winston” "a meno che tu non sia un fesso di responsabile disciplinare talmente preistorico da chiamare ancora Internet -l’autostrada dell’informazione-") è un ragazzino di diciassette anni. Nerd, hacker, a farsi controllare dal suo preside proprio non ci sta. Questo è uno di quei romanzi che un libraio disattento potrebbe mettere nello scaffale "young adult" o "fantascienza", senza cogliere la metafora sulla sorveglianza sempre più pervasiva che Doctorow snocciola per noi. Parla anche di attivismo, di come ognuno di noi possa fare la differenza e di distopie. Come tutta la produzione dell'autore, la versione originale (quindi in inglese) è disponibile con licenza CC-BY-SA-NC sul suo sito.
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Buona lettura!
Erika e Matteo
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Ps. come sempre, se trovi qualcosa di interessante a tema #CivicHackingIT, segnalacelo su Twitter.
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