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Questa pagina è una copia di archivio della newsletter di #CivicHackingIT.
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Abbiamo votato, e ora?
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Domenica hai votato? C'erano le code al tuo seggio o no?

Te lo chiediamo perché lunedì sera, guardando un telegiornale in streaming, ci siamo fatti una grassa risata. Non per i risultati elettorali (ci mancherebbe), ma per come erano costruiti i servizi giornalistici. "Lunghissime code in tutti i seggi" tuonava la voce del giornalista, peccato che abbinata ci fosse una ripresa di un seggio praticamente deserto con una persona che zompettava mentre varcava la porta, pronta a votare.

Non vogliamo entrare nei meriti dei risultati: ognuno ha votato come riteneva più giusto. Quello di cui vogliamo parlare questa settimana è la coerenza - o la mancanza di coerenza (vedi code ai seggi e ripresa video di seggi vuoti). Un civic hacker ha bisogno di coerenza? Secondo noi sì: il civic hacking (come molte altre cose) è un delicato equilibrio tra ciò che si fa e ciò che viene percepito. Non farti ingannare dai tecnofili che urlano a gran voce che è tutta una questione tecnologica!

Parliamo dei frutti delle elezioni

Dobbiamo cambiare tutto!

Se queste elezioni ti hanno lasciato, più che altro, voglia di cambiare ogni singolo aspetto del Paese in cui viviamo, beh, in bocca al lupo!
"L’errore più comune che si fa è pensare che sia Il Governo ad aver bisogno di essere aggiustato, ma non esiste Il Governo. Le nostre vite civiche sono governate da una rete di decine di migliaia di sistemi diversi, che si sono evoluti attraverso decadi — o secoli — per essere quello che sono oggi". Così Erika ha tradotto alcune delle frasi di So you want to reform democracy di Joshua Tauberer, creatore di GovTrack.us. Il punto non è non fare nulla, ma decidere con coscienza dove concentrare le proprie energie, il proprio desiderio di cambiamento. Il punto è anche abbandonare la visione saccente del sistemo-io-le-cose, perché non funziona.

Ce la stiamo raccontando giusta?

Cosa ne pensi di come i media stanno raccontando le elezioni? Giuseppe Sollazzo ha condiviso la sua idea su Medium "mi ha molto colpito la pubblicazione sulla stampa di mappe di questo genere: [immagine dell'Italia divisa in tre aree colorate ben precise]. Questa mappa ci racconta una storia: l’Italia è un paese diviso in tre, con il Nord tendente a destra, il Sud conquistato dal Movimento 5 Stelle, e il centro-sinistra ormai in ritirata anche nei suoi seggi sicuri tra Emilia e Toscana. Sapete, non ci sono mappe vere o false: tutte le mappe raccontano una storia. Ma caratterizzare questa mappa come l’evidenza di un paese diviso mi sembrava un’esagerazione". Il pezzo continua con la sua risposta, alla ricerca di una rappresentazione più coerente, Giuseppe ha realizzato alcune mappe a punti, in cui il voto degli italiani non si divide tra nord, centro e sud, ma è molto più sfumato, più complesso, più realistico.

Attenzione a quello che dici!

Il lavoro del giornalista è anche verificare quello che dicono le fonti. Se una tua fonte è un programmatore che ti fornisce dei dati, che si fa?
"Succede, dunque, che qualche giorno prima che scoppiasse lo scandalo della Rimborsopoli a Cinque stelle nella redazione di Wired sia arrivata una mail. A scriverla uno sviluppatore, che ci raccontava di aver estratto i dati da Tirendiconto [...]. Il tema era interessante di per sé, anche prima dello scoppio della bolla, ma approfondirlo poneva un problema: il codice per estrarre i dati è scritto in Python e né io né il mio editor conosciamo questo linguaggio. Si trattava, in altre parole, di capire come verificare la notizia. E il senso di questo post è spiegare come abbiamo fatto". Il post con tutte le spiegazioni lo trovi su Medium e, qualsiasi sia la tua professione, ricordati che il processo di verifica può essere lungo, ma è molto molto più semplice - e breve - che in passato.

NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT

Dylan Dog - Graphic horror novel (n. 369) di Tiziano Sclavi; Rathiger; Paolo Bacilieri; Montanari & Grassiani, Sergio Bonelli Editore

Dylan Dog è una pubblicazione mensile che ha - più o meno - la nostra età (il primo numero è del 1986). Sempre perfettamente riconoscibile, legato a delle regole piuttoste ferree, ma sempre decisamente in linea con i tempi: è un esempio di coerenza, di identità. Ogni mese, però, la storia è nuova, diversa, unica. Questo numero, in particolare, è un vero e proprio hackeraggio. Dylan indaga, come sempre, su una serie di omicidi con un elemento soprannaturale. Fin qui niente di nuovo, le 96 pagine sono quelle a cui siamo abituati: divise in sei vignette rettangolari, bianco e nero, Dylan e Groucho, Londra. Fino all'ultima pagina che ci sbatte davanti un vero e proprio hackeraggio (leggere per credere). A dimostrazione che si può cambiare tutto, basta farlo nel modo giusto.
Buona lettura!

Erika e Matteo
 
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