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Pensavi che questa fosse una newsletter sul civic hacking in Italia e ti trovi di fronte un numero intero su Code for America, che di italiano non ha nulla. Sorpresa!
Il fatto con il civic hacking è che (come si può intuire anche dal nome) non nasce in Italia: siamo parte di un movimento globale e decidere deliberatamente di ignorare questo fatto è miope - oltre che azzardato. Al di là di questa osservazione piuttosto ovvia, ci siamo resi conti che, in particolare con Code for America, le informazioni che arrivano in italico suolo sono spesso inesatte (ad essere generosi). Ogni tanto ci sembra di essere in quel cartone con protagonisti dei roditori che cantano le loro sfighe intermezzate da "ma non ci sono gatti in America e ci regalano il formaggio/ ma non ci sono gatti in America e saremo a nostro agio!". Insomma, per non fare la figura della famiglia Toposkovich, questa settimana mettiamo un po' di puntini dulle i.
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Code for America, questo sconosciuto
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Ci regalano il formaggio!
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Matteo ha approfondito Code for America per il libro che stiamo scrivendo e, se prima canticchiava felice con gli altri topini, ora non ha più scuse! "Parlando di civic hacking, è impossibile non citare Code for America: se si cerca il termine “civic hacking”, è uno dei primi risultati che ci vengono presentati. [...] In realtà, ho capito di avere delle idee molto vaghe e che alcune erano addirittura sbagliate, in particolare sul modello di business dell’organizzazione. Sono sicuro che questi “miti” siano legati, soprattutto, alla difficoltà di interpretare la società americana: noi la osserviamo attraverso la nostra esperienza culturale, dove le attività civiche sono spesso frutto di attivismo e volontariato e dove la dimensione del no profit è rilevante nel welfare, mentre è praticamente assente in altre dimensioni".
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Ora che ci siamo tolti l'idea del formaggio gratis, passiamo alle origini. Per capire meglio la filosofia di Code for America è utile sentire come lo raccontano i primi protagonisti. In particolare Jennifer Pahlka, che in questa TED talk ci spiega la necessità di rendere sexy la burocrazia per poter cambiare il modo in cui il governo agisce. Il secondo spunto che vogliamo introdurre è di Catherine Bracy che, in questa TEDx, ci racconta con esempi molto concreti cosa si ottiene cambiando appena la prospettiva di città e cittadini.
Entambi i video sono in inglese, ma hanno entrambi i sottotitoli in italiano.
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Abbiamo tutti bisogno di un piccione francese
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Nel cartone che sta facendo da sottofondo a questa newsletter, ad un certo punto, il protagonista incontra un paffuto piccione francese che gli canticchia "mai dire mai, che non serve lo sai". Tutti abbiamo bisogno di una visione positiva dei nostri progetti. Erika ha tradotto vari blogpost di Jennifer Pahlka fino ad avere una traduzione-remix che spiega questa "vision". La CEO di Code for America ha le idee chiare (e tradurle ha chiarito le idee anche ad Erika): "Nel modello “distributore automatico”, se i cittadini vogliono cambiare qualcosa (per così dire), tutto ciò che possiamo fare è scuotere la macchinetta. Se il governo costruisse una piattaforma che abilita la partecipazione, i cittadini potrebbero creare il cambiamento che desiderano".
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NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT
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Open Government di AA.VV., O'Reilly Media
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Questo libro, scritto nel 2010 e reso accessibile a tutti dopo la morte di Aaron Swartz, parla di Code for America, ma anche di persone, di contributi crowd-based, di governo, di politica, di Obama e di media. Come tutte le antologie, ha contributi sagaci a livelli diversi, ma è una di quelle letture poco adatte alla sera: denso di concetti e punti di vista ti renderà difficile fermare i pensieri in tempo per andare a dormire. Un "Topo colosso di Minsk" per combattere i gatti cattivi (ossia i pensieri piatti).
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Buona lettura!
Erika e Matteo
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Ps. come sempre, se trovi qualcosa di interessante a tema #CivicHackingIT, segnalacelo su Twitter.
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