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Questa pagina è una copia di archivio della newsletter di #CivicHackingIT.
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Più uova per tutti!
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C'è qualcosa di estremamente giocoso in un uovo di cioccolato che racchiude una sorpresa. Se anche tu, come noi, non hai più l'età in cui le uova ti vengono regalate, ma apprezzi ancora cioccolato, sorprese e giocosità, abbiamo qualche chicca per te.

Ricorda: l'uovo te lo puoi sempre autoregalare, gli esperimenti si fanno anche da adulti, ma niente sostituisce la sorpresa di qualcosa di inaspettato.

Questa settimana parliamo di Lego, piattaforme computazionali e Bellagio. Non parleremo di festività, cioccolato e coniglietti. Né di tempo atmosferico (che anni di esperienza ci hanno insegnato che a pasquetta piove, non importa cosa tu debba fare).

Il nostro uovo

Cioccolato

Per noi, il cioccolato è la parte seria dell'uovo: scuro, non ne puoi mangiare troppo (altrimenti i trigliceridi addio), non sempre soddisfacente (in particolare quelli troppo dolci, troppo amari, troppo...). Insomma, il guscio esterno: se hai fortuna, lo vuoi divorare (o conservare per farlo durare nel tempo), altrimenti è la delusione più cocente. Ti ricorda qualcosa?
A noi sì. Ricorda moltissimo l'Open Government, quello strano miscuglio di strumenti, modelli e tecnologie che dovrebbe, in teoria, aiutare le Amministrazioni ad essere più aperte e trasparenti verso i cittadini. Se te la cavi bene con l'inglese, ti consigliamo di leggere questo resoconto sulla conferenza CrowdLaw che si è tenuta a Bellagio. "There are strong arguments that technology is not the only (or even preferred) medium for enhancing public participation in law making. However, it is also true that traditional, mostly offline, mechanisms for public participation tend to favour those “in the know” and those that have access to information [...]. In instances of inequality technology can be a great leveler and can have a democratising effect and thus enabling more inclusive lawmaking".

Sorpresa

Il gioco dentro al guscio di cioccolato è un mistero. Nonostante i beceri tentativi da parte dei produttori di fare spoiler, non sai cosa avrai tra le mani, finché non avrai sbriciolato il cioccolato. Così come con i Lego. Certo puoi avere un'indicazione nella scatola, ma chi di noi sa dove sono quelle scatole? Non dirci che solo noi, da bambini, avevamo un'enorme scatola di detersivo per la lavatrice piena di mattoncini sparsi, senza né scatole né indicazioni. Il gioco non erano i Lego in sé, ma cosa si riusciva a farne.
Adesso è facile: ci sono tutorial, istruzioni, video e chi più ne ha più ne metta. Se cerchi ispirazione, puoi cominciare curiosando su Brickipedia - la wikipedia dei Lego. Oltre alle varie informazioni sui pezzi, sui set e sulla storia dei mattoncini, ci trovi le foto delle creazioni degli utenti, qualche tutorial, un software per renderizzare la tua idea e un sacco di altre cose.

Giochiamo?

L'Open Gov è troppo serio e i Lego lo sono troppo poco? Forse il giusto mezzo sta negli esperimenti elettronici. Se hai un po' di tempo per giocare e sperimentare, ti consigliamo di investire qualche decina di euro su Arduino e Raspberry Pi.
Il primo è una piattaforma Open Source facile da usare che diventa un po' quello che ti pare: dal Piccolo Chirurgo ad un pedale per la chitarra elettrica, il limite è praticamente la tua immaginazione (se non ci credi, curiosa sul profilo ufficiale di Arduino su Twitter). 
Il secondo è un mini computer che, se ci attacchi tastiera, mouse e schermo, puoi usare per imparare a programmare senza fare danni sul tuo pc principale. Se hai sottomano dei cuccioli di uomo, potete usarlo insieme, oppure puoi tenerlo tutto per te e riaccendere la tua scintilla di fanciullezza.
Noi abbiamo sia uno che l'altro, ogni tanto sperimentiamo, ma non siamo sicuramente degli esperti. Il web, però, è pieno di tutorial e idee, quindi non hai proprio scuse per non giocarci.

NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT

Dando buca a Godot di Stefano Bartezzaghi, Einaudi

Stefano Bartezzaghi è un enigmista di professione e, in questo libro del 2012, ci insegna come togliere alle parole la loro aura sacra, permettendoci di giocarci in modo irriverente.
Si tratta di un libro hacker - anche se non sembra: curiosità, gioco e volontà di piegare le regole, sono tre tra le caratteristiche principali che fanno di un cittadino un hacker civico. Tra tautogrammi, palindromi e anagrammi, Bartezzaghi ci insegna a pensare alle parole come a dei Lego: ci servono le istruzioni, ma anche no.

Ps. Se non sai cos'è un tautogramma (e hai voglia di farti una risata, e non ti offendi facilmente) sul sito di Repubblica ce n'è uno spassosissimo sull'organo sessuale maschile (riportato nel libro e affiancato da uno sull'organo sessuale femminile, altrettanto - se non più - divertente).
Buona lettura!

Erika e Matteo
 
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