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Piccolo avviso prima di farti proseguire: questo numero parlerà (anche) di uno specifico partito politico, noto per aver fatto degli esperimenti con la democrazia online. Non è una critica ai risultati delle elezioni. Non è un elogio del partito in questione, né delle scelte che suddetto partito ha fatto. Non è nemmeno una confessione su come votiamo (il voto è segreto, per noi, non è solo un modo di dire). Se non ti sta bene, fa niente, possiamo ritrovarci al prossimo numero o puoi recuperare qualcosa dall'archivio.
Questa settimana vogliamo parlare di democrazia e di bit. Di rappresentanti e di tecnologia. Di cittadini e partecipazione.
E buona Festa della Repubblica Italiana!
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La parola greca che vedi qui sopra è il modo in cui Aristotele definiva le forme di azione che sono al servizio di altro. Parafrasando (e semplificando) quello che oggi considereremmo un mezzo.
Tommaso Tani per Valigia Blu ci racconta di una vicenda in cui il mezzo (partecipazione via web) viene confuso con il fine. Parliamo della piattaforma Rousseau, da cui ci si dovrebbe aspettare un livello ragionevole di sicurezza informatica, proprio perché "una delle tante obiezioni che viene mossa a chi propone (qualsiasi misura di) democrazia diretta è che garantire la sicurezza e trasparenza del voto su Internet è impresa a dir poco eccezionale. Considerando che anche le reti più sicure vengono compromesse, creare una piattaforma di voto online è l'incubo di ogni sviluppatore".
Ecco, purtroppo non è andata bene.
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A volte alcune città ricevono premi. Spesso sono solo onorificenze, non attestati di merito. Spesso, ma non sempre.
Può succedere, ad esempio, che Bologna sia premiata per aver "cambiato i propri regolamenti per permettere la collaborazione pubblica tra i cittadini e l’amministrazione, per migliorare gli spazi pubblici. Il personale comunale ha lavorato con le comunità per elaborare e implementare progetti che si rivolgessero ai bisogni locali”. Insomma, cambiando il modo in cui gli amministratori interagiscono con i cittadini, il modo in cui i cittadini interagiscono con gli amministratori e tra di loro.
In tutto questo, succede anche che la Pubblica Amministrazione adotti una particolare attenzione a ciò che è di tutti (non solo nel territorio, ma anche online). Ecco, tanta città e (apparentemente) poca tecnica.
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"Il dibattito e i commenti sulla candidatura di Luigi Di Maio alla presidenza del Consiglio riportano in primo piano il conflitto tra le due anime del Movimento 5 Stelle [...]. Da un lato c'è un movimento che proclama di voler inventare e praticare la politica 2.0, sul base del principio “uno vale uno” abbinato alla rete, annunciando l'utopia di una democrazia digitale diretta, egualitaria, partecipata. Dall'altro c'è un partito personale, o meglio padronale, le cui fortune sono basate sulla figura carismatica del fondatore e leader Beppe Grillo, oltre che sulle utopie digitali e sulle tecniche di marketing (o di manipolazione, secondo i critici) della Casaleggio Associati". Si apre così l'analisi di Oliviero Ponte Di Pino per Doppiozero. I bit aiutano la democrazia? La ostacolano? Quello che sta succedendo intorno a questo specifico partito è democratico? I vecchi metodi si possono cambiare? I nuovi sono migliori? Tutte domande lecite da porre.
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NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT
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La Costituzione della Repubblica Italiana
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Oggi è la festa della Repubblica, quindi questa particolare lettura era in programma da un po'.
Non crediamo che necessiti di particolari presentazioni, stiamo parlando della cima della montagna delle leggi italiane. Visti gli ultimi sviluppi politici, ci sembra ancora più azzeccato consigliarti di inserirla anche nella tua libreria. Se leggi i libri digitali, Wikisource te la offre in vari formati, sia la versione originale, che quella in vigore. A dirla tutta, noi è un po' che non ce la rileggiamo, ma oggi è proprio il pomeriggio adatto.
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Buona lettura!
Erika e Matteo
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Ps. come sempre, se trovi qualcosa di interessante a tema #CivicHackingIT, segnalacelo su Twitter.
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