Il titolo di questa newsletter l'abbiamo preso in prestito da un pezzo che Erika ha tradotto un po' di tempo fa, in seguito ad una conversazione in cui siamo stati coinvolti la scorsa settimana. Lo scambio, con questo bravissimo ingegnere informatico, è andato più o meno così:
"Sai, la scorsa settimana stavo leggendo una rivista americana e mi sono imbattuto in un pezzo che conteneva la parola 'hack'. Subito, non riuscivo a capire cosa intendesse l'autore. L'articolo non aveva nulla a che fare con l'informatica..."
"Né con gli attacchi informatici, immagino..."
"No, infatti. Come l'hai capito?"
A questo punto abbiamo spiegato che stiamo scrivendo un libro sul civic hacking, con conseguente spiegazione di cos'è il civic hacking.
"Ah! Ma non ha a che fare con l'informatica nemmeno questo!"
Già. Questa settimana ti raccontiamo di nuovo di come l'hacking sia uno stato mentale, più che un insieme di capacità. E del fatto che non serve essere ingegneri, né informatici per fare civic hacking.
Ps. In questa newsletter parliamo anche di realtà "profit". Non ci hanno pagati per essere nominati, ma se ci volessero mandare una cornucopia di prodotti locali, di sicuro non la rimanderemo indietro.
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