[NOTA]
Questa pagina è una copia di archivio della newsletter di #CivicHackingIT.
[FINE NOTA]
Che si fa con il primo modello di prova?
Non riesci a leggere questa mail? Usa il browser!

Continuiamo con la nostra saga estiva: non riusciamo proprio ad immaginarti nullafacente, quindi anche questa settimana presupponiamo che le giornate lunghe ti facciano venire voglia di mettere metaforicamente le mani in pasta.
Le scorse settimane ti abbiamo consigliato alcune cose da fare, ma anche alcune cose da imparare. Questa settimana, invece, vogliamo offrirti qualche spunto sulla realizzazione di prototipi. Non ti diremo come fare esperimenti, né come realizzare un primo modello di prova (troppo semplice!). Ci teniamo a farti riflettere su cosa significa fare qualcosa di nuovo, sulle reazioni che puoi suscitare con il tuo lavoro e su alcuni sassolini che puoi incontrare nel farlo. Non ci possiamo mettere tutto, ovviamente, ma nemmeno lo vorremmo: sia mai che ti tarpiamo le ali!

Fare o non fare

Passiamo dall'idea a qualcosa di concreto

Passare dall'idea ad un prototipo è faticoso e lungo. Al contrario di quello che sostiene Yoda, il processo non è "fare o non fare", ma provare, a volte con risultati ottimi, a volte con sonori fallimenti. Se vuoi avere almeno una vaga idea di cosa provare e quando, ti consigliamo questo Quaderno di Maria Cristina Lavazza disponibile sul sito di Luisa Carrada, Mestiere di scrivere. L'autrice affronta il problema della creazione di un sito web, gli step che bisognerebbe affrontare e quali strumenti dovremmo avere nella nostra cassetta degli attrezzi. Se riesci a sostituire "sito web" con "prototipo civico", vedrai che le cose non sono così diverse. E il "fare o non fare, non c'è provare" lascialo a Yoda, che sarà pure un vecchio saggio, ma ne sa più di Jedi che di prototipi civici.

A chi lo dovrei dire?

Partiamo da un assunto molto semplice: qualunque sia il prototipo (civico o meno) a cui stai lavorando, ad un certo punto di dovrai confrontare con qualcuno diverso da te. Innanzitutto, perché uno sguardo fresco potrebbe aiutarti a continuare. Dopodiché, perché, se vuoi che il tuo lavoro sia utile a qualcuno, oltre che a te, lo devi raccontare in qualche forma. Non importa se con un tutorial, un comunicato stampa o una chiacchierata al bar: nel momento in cui la tua creatura affronterà il mondo, qualcuno troverà qualcosa da dire. Il problema, a questo punto, sarà distinguere quali sono le obbiezioni utili da quelle dannose o, peggio, inutili. Distinguere la zuppa dal pan bagnato dipende da te, ma puoi scartare a prescindere chiunque ti attacchi con una logica fallace. Trovi un elenco di fallacie logiche sul sito di Il Post: prendici confidenza e impara a riconoscerle prima di esporre il tuo povero prototipo indifeso al mondo.

Come reagiranno?

Se stai lavorando ad un prototipo che abbia anche vagamente a che fare con uno spazio fisico, prima o dopo, ti troverai ad affrontare chi lo amministra. Che si tratti di edifici, strade, quartieri o città, le cose non cambiano, o meglio, il tipo di reazione in cui puoi incappare non cambia.
Dato che il mondo raramente è binario, anche le reazioni ai prototipi civici si inseriscono in uno spettro di possibilità. Da un lato, troverai meno resistenza (ad esempio, da Bologna Michele D'Alena ci racconta di processi collaborativi sviluppati dal desiderio di qualche cittadino di prendersi cura di una panchina).
All'estremo opposto dello spettro, troverai ad aspettarti un enorme muro eretto per sconfiggere il cambiamento. Questo muro ha molti lati: eccesso di burocrazia, mancanza di dialogo, frustrazione, ingranaggi lenti e funzionari senza un reale potere. Se fai fatica a crederci, beh vivi in un posto in cui i civic hacker hanno una speranza. Se, invece, hai più esperienza con questo lato dello spettro, l'equazione buche stradali+vernice fosforescente=possibili multe ai cittadini non ti sembrerà tanto strana. Ci dispiace, non demordere!

NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT

Fifty shades of open di Jeffrey Pomerantz e Robin Peek, First Monday

Questo articolo del 2016 (che è talmente lungo da poter tranquillamente passare per un libro) cerca di fare chiarezza tra tutte le accezioni di Open, passando tra Open Source, Open Access, Open Knowledge, Open Gov e una sacco di altri Open-qualcosa. Lo puoi consultare in inglese e ha una ricchissima bibliografia in calce, completa di link tra cui puoi zompettare. Se poi, nel tuo viaggio tra un link e l'altro, finisci tra le pagine di Cinquanta sfumature di colori vari, non dare la colpa a noi.
Buona lettura!

Erika e Matteo
 
Ps. come sempre, se trovi qualcosa di interessante a tema #CivicHackingIT, segnalacelo su Twitter.
Condividi su Facebook!
Condividi #CivicHackingIT!
Civic hacking - sito
#CivicHackingIT su Twitter
#CivicHackingIT su Medium
Questa mail ti arriva perché ti interessa restare aggiornata/o sulla situazione del civic hacking in Italia (e qualche occasionale spunto dall'estero). La newsletter è curata da Erika Marconato e Matteo Brunati (stiamo anche lavorando ad un libro per raccontare il civic hacking in Italia).
 
Vuoi far sapere loro qualcosa? Usa la mail.

Sei o conosci un editore a cui potrebbe interessare pubblicare il libro? Parti da qui.


Conosci qualcuno che potrebbe essere interessato a questa newsletter? Inoltra la mail.

Hai perso un numero passato? Recupera l'archivio.

Non ti interessa più ricevere queste mail? Clicca e smettiamo di scriverti!
 
*|REWARDS|*