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Questa settimana facciamo un esperimento: abbiamo un ospite che ci introdurrà al civic design.
Cos'è il civic design? Bella domanda, che ci siamo posti anche noi! Leggendo questo articolo in inglese, abbiamo capito che è una pratica che si concentra sulle dinamiche collaborative delle comunità, senza tralasciare gli strumenti istituzionali, ma senza nemmeno mettere al centro le pratiche di governo.
Ti crea confusione? Un po' anche a noi, ecco perché lasciamo la parola a Domenico Di Siena, che fa il civic designer di mestiere. Oltre a raccontarci qualcosa dell'argomento della newsletter, ci racconterà anche di sé e delle esperienze che lo hanno portato a fondare un corso online proprio sul civic design (a cui ci ha invitato a partecipare), la cui quarta edizione partirà ad ottobre. Ci parlerà anche della Spagna, di municipalismo e di 15M (tutte cose di cui sappiamo poco). Ha scelto per noi link interessanti da cui partire e il libro per approfondire. Insomma, un piccolo kit per neofiti.
Se vuoi sapere qualcosa di più su Domenico, lo trovi in giro per il web con il nickname urbanohumano.
Facci sapere se ti incuriosisce leggere altri numeri con voci diverse dalle nostre e buona lettura!
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Lasciamo la parola a Domenico Di Siena!
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Bene civico collettivo...
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Nel 2011 vivevo a Madrid. Un bel giorno - il 15 maggio -, con mia grande sorpresa, mi sono ritrovato in piazza a manifestare. Erano anni che non lo facevo perché mi sembrava praticamente inutile. Senza saperlo, stavo per vivere uno degli avvenimenti che più hanno influenzato il mio modo di vedere la società. Stavo assistendo alla nascita del Movimento 15M, più conosciuto come Indignados.
Il 15M, in realtà, è sconosciuto - oppure male interpretato - in Italia: per i media è difficile capirne l'essenza (oltre ad una difficoltà concreta nel descrivere qualcosa che è semplice e dirompente allo stesso tempo). È stato, quindi, spacciato per un movimento contro i tagli dei fondi ai servizi pubblici prima, e, successivamente, confuso con il partito Podemos.
Cosa ha a che fare questo con il civic hacking? Nel blog del Collettivo Effimera, Amador Fernández-Savater ha riflettuto sull'aspetto civico e sulla “forza che trasforma la società [che] viene dai movimenti (autonomi rispetto ai tempi, ai luoghi e all'agenda statale) che sfidano l’establishment, creano nuova realtà, ridistribuiscono il desiderabile e l’indesiderabile, rendono possibile (e ragionevole) ciò che sembrava impossibile”.
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Dopo 15M, possiamo provare ad affrontare alcune delle sue conseguenze più interessanti. Mi riferisco, in particolare, alla nascita delle proposte neo-municipaliste e alla creazione di quella che è stata chiamata la “femminilizzazione della politica”, partendo da una delle protagoniste: la sindaca di Barcellona, Ada Colau.
“Femminilizzare vuol dire avere modi di lavorare più cooperativi che consentano di combinare vita privata e professionale; vuol dire sapere che emozioni e affetti sono importanti anche in politica”, stando alle parole di Ada Colau riportate dal Corriere della Sera.
Abbinando questa visione all'idea che le Amministrazioni Pubbliche debbano essere più vicine ai cittadini (il neo-municipalismo spiegato da Steven Forti per MicroMega), la sindaca di Barcellona si é fatta promotrice di Fearless Cities, un evento annuale che all'ultima edizione ha riunito oltre 700 persone tra sindaci, consiglieri, attivisti e cittadini provenienti da più di 40 paesi, tutti con l'obiettivo di costruire reti globali di solidarietà e speranza tra i comuni; una riflessione a riguardo è stata pubblicata nel blog della piattaforma P2P Foundation in inglese.
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Nel 2015 vivevo a Parigi, ma continuavo a portarmi nella testa le esperienze vissute a Madrid. Grazie ad amici e colleghi, riuscivo a seguire l'evoluzione del Movimento 15M e mi stupivo di come gli attivisti riuscissero a trasferire all'ambito professionale le visioni e le dinamiche che prima erano considerate adatte esclusivamente agli ambienti alternativi della politica radicale.
Questo mi ha portato a riflettere sul significato di civico, cioè che appartiene alla città o ai cittadini, e sulla condizione stessa di essere cittadini, legati al territorio e a come viene governato. Negli anni, però, la parte amministrativa e la parte di "vita" si sono allontanate, rendendo necessario ed urgente recuperare il nostro ruolo legato sì alla dimensione locale, ma non limitato ad essa.
Così ha preso forma il corso online di civic design, "un corso online per scoprire una nuova idea di Design basata sull’ibridazione di diverse discipline. Il Design Civico si applica per realizzare soluzioni collettive pensate per il bene di una comunità".
Il mese prossimo inizierà la quarta edizione del corso e tutte le informazioni sono disponibili nel sito.
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NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT
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Civic practices a cura della comunità di CivicWise, autoprodotto
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La forma più antica di “pratica civica”, o potremmo chiamarlo civic hacking, risale alle prime forme di urbanizzazione, ossia piccole comunità di individui che si auto-organizzano per formare piccole comunità in modo da poter soddisfare più facilmente i propri bisogni primari. L'aspetto comunitario del civic hacking non è una novità, anche se indubbiamente ultimamente si è intensificato (secondo me, anche grazie a - o a causa di - le recenti crisi economiche e la conseguente crisi delle democrazie rappresentative, abbinate ad un discredito generale verso la politica, i politici e gli amministratori locali).
Con questo libro la rete CivicWise - di cui sono co-fondatore - vuole far conoscere iniziative, campagne, azioni, progetti, spazi, ricerche, metodologie, processi di partecipazione e co-progettazione che stanno accadendo in tutto il mondo. Il libro è una raccolta di buone pratiche, ma un po' speciale perché vuole rispettare la diversità e l’essenza delle storie raccontate, quindi, ogni contributo ha un'introduzione in inglese abbinata ai contenuti dei progetti in lingua originale (nel libro troverai testi in inglese, greco, portoghese, francese, italiano e spagnolo).
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Buona lettura!
Domenico (per questa settimana al posto di Erika e Matteo)
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Ps. come sempre, se trovi qualcosa di interessante a tema #CivicHackingIT, segnalacelo su Twitter.
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