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Questa pagina è una copia di archivio della newsletter di #CivicHackingIT.
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Il potere non è un gioco a somma zero
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Qualche tempo fa, Erika ha tradotto un post di Joshua Tauberer che parlava di varie cose legate all'entusiasmo che si scontra con la realtà, anche nel voler dare una mano alla democrazia. Un pezzo ci è rimasto addosso in particolare.

"Se stai cercando di usare la tecnologia per aiutare le persone ad essere più potenti, ricorda che spesso la tecnologia esclude i segmenti deboli delle nostre società, coloro che sono già nella situazione di avere meno potere e coloro i quali avrebbero più bisogno di aiuto. 
La tecnologia è disponibile solo per chi se la può permettere (e ha il tempo di usarla). Se le persone a cui ti rivolgi sono come te, la tua idea potrebbe molto tranquillamente esacerbare problemi per persone meno ricche di te."

Ci pensiamo da quando l'abbiamo letto la prima volta ed è una delle cose che ci ha fatto decidere di imbarcarci nella traduzione. Questa settimana condividiamo alcune risorse per cominciare a parlare di cosa significa che il potere non è un gioco a somma zero, nemmeno quando si fa civic hacking.

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Persone come TE

Vabbé, ma i dati sono dati!

I dati e i numeri sono una cosa su cui non discutiamo. Però una delle cose da considerare, soprattutto in questa newsletter in cui vogliamo farci più domande del solito, è: cosa decidiamo di misurare?
Melinda e Bill Gates, ad esempio, si sono chiesti come facciamo a sapere quante ore di lavori domestici sono svolte dalle bambine, rispetto a quelle richieste ai bambini. Il problema è che non possiamo dare una risposta a questa domanda, perché non ci sono numeri che raccontino questa storia. "Gender inequality is one of the greatest barriers to human progress, the United Nations said last year [...]. But data often does not take gender into account and is flawed by biased questions, said the husband and wife team behind the Bill & Melinda Gates Foundation. Because women in developing countries are primarily seen as wives and mothers, most of the data about them focuses on their reproductive health, not their earnings and assets".
Il post del World Economic Forum è in inglese, nonostante questo ti invitiamo a recuperarlo.

Visualizzami questo!

Se davvero diamo per assodato che il potere non sia un gioco a somma zero, dobbiamo anche chiederci come il modo in cui presentiamo i dati influenzi la loro percezione. Una croce su una mappa ha indubbiamente molto più impatto di una piccola tacca in un grafico a barre. Nessuno dei due fa il grafico di professione (nemmeno siamo data visualization expert, per quello che ne sappiamo), ma sappiamo comunque riconoscere una buona visualizzazione quando ce la troviamo davanti.
Il lavoro che ha fatto Jamie Whyte a partire da alcuni Open Data inglesi è decisamente interessante; ha deciso di accendere un faro in una zona d'ombra, ossia le morti dei senzatetto. "An engaging example of open data being used in a practical way to better understand a social issue". A volte basta un tweet per cominciare a riflettere su un problema.

Una questione di rappresentazione...

C'è un vecchio modo di dire: la storia la scrivono i vincitori. Hai presente l'Impero romano? Ci hanno raccontato delle strade, degli acquedotti, dei gladiatori, ma chissà come sarebbe la visione che abbiamo di quel periodo storico se le testimonianze tramandate fossero state quelle dei galli, degli egiziani o dei babilonesi.
Tornando alla traduzione di Erika che abbiamo già citato, ad un certo punto si legge: "Ma… Non tentare di risolvere problemi che non hai avuto senza avere a che fare con persone che qui problemi ce li hanno davvero. Ogni tanto qualche riccone se ne esce con un’app per i senzatetto: non fare quell’errore, qualsiasi sia il campo di cui ti occupi".
Queste due cose sono due lati della stessa medaglia: il bisogno di rappresentazione e la necessità che questa rappresentazione abbia la voce anche di chi la subisce. Ecco perché oggi ti proponiamo un progetto artistico che si ripropone di ricostruire la storia del popolo Rom, delle sue forme d'arte e della sua cultura (nonché di capovolgere la gerarchia della prospettiva di persone fuori della comunità).

NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT

La Lisistrata di Aristofane

Che ne capisce una donna ateniese di politica? Forse niente, ma non questa donna ateniese. Stufa della guerra nel Peloponneso, decide di creare una forza politica nuova - le donne appunto - che trovi una soluzione creativa ad un problema concreto. Non ci spingeremo fino a dichiarare che Lisistrata è la prima civic hacker della storia, ma fino a dimostrare ancora una volta che il potere non è un gioco a somma zero sì.
In questa opera teatrale c'è di tutto: sesso, comicità, rappresentazione, potere e rivoluzioni. Nonostante sembrano non essere considerate (sembrano, parola chiave), le donne di questa commedia hanno una certa dose di potere e non sono sicuramente una minoranza.
La trovi anche edita da vari editori, ma è in pubblico dominio e, se proprio vuoi spendere un paio di euro, ti chiediamo di donarli a Wikipedia, che in questo periodo sta facendo crowdfunding.
Buona lettura!

Erika e Matteo
 
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