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Reti civiche, cioè?
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Hai mai fatto caso alla confusione che creano alcune parole? Tipo reti civiche. Wikipedia ci informa che vanno anche sotto il nome di città digitali, il che aumenta non poco la confusione.

Ma cosa sono queste benedette reti civiche?

Facendo una veloce ricerca con Google troviamo:
  • la già citata Wikipedia con "un'iniziativa di telematica civica promossa dalla Pubblica Amministrazione, con funzioni comunicative, informative e di servizio transattivo";
  • la quarta di copertina di un quaderno di comunicazione pubblica che ci dice che sono "esperienze di amministrazione elettronica sperimentata sul campo",
  • un'azienda che dice che una rete civica "ha per scopo aprire Internet ai cittadini" mentre cerca di farne una mappatura.
Se hai due girandole al posto degli occhi e ti sembra di capirne ancora meno rispetto a quando hai aperto la mail, sei in buona compagnia: ecco perché oggi cerchiamo di fare un po' di chiarezza in questo guazzabuglio buio che sarà pure un po' vintage, ma ha finito di essere rilevante.

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Armati di luce artificiale!

La PA le spiega così

"Come far partecipare ed interagire i cittadini con la P.A.
Per ’’Rete civica’’ in senso stretto, si intende un sistema informativo telematico, riferito ad un’area geograficamente delimitata (comune, area metropolitana, provincia, comunità montana etc.), al quale possono partecipare in modo attivo, ossia come produttori di informazioni oltre che fruitori, tutti i soggetti presenti nell’area stessa: enti locali e altre istituzioni, sindacati, associazioni, imprese, cittadini. In sostanza è uno spazio dove i cittadini possono attivamente interagire con gli amministratori, ottenere servizi dagli enti locali, ecc.", troviamo scritto nel sito di PAQ – Pubblica Amministrazione di Qualità.
Ok, il post ha avuto l'ultimo aggiornamento nel 2015 e parla di cose come l'accesso tramite email ai processi decisionali, però è un buon punto di partenza.

L'accademia le spiega così

Mariella Berra dell'Università di Torino ha scritto due pezzi molto interessanti per Quaderni di sociologia.
Il primo, Reti civiche: dalla telematica spontanea alla cooperazione istituzionale, evidenzia alcune questioni sulle relazioni tra Amministrazioni e cittadini, come ad esempio "La dinamicità della situazione richiede un approccio strategico di tipo reattivo basato su una logica di innovazione continua. Per quanto riguarda l’utenza le discontinuità nell’uso e nell’apprendimento e la velocità del cambiamento alimentano un circolo vizioso che mantiene il digital divide. La pubblica amministrazione e le istituzioni locali potrebbero, quindi, svolgere un ruolo importante per trasformare, attraverso un processo di coordinamento e pubblicizzazione delle iniziative promosse dai diversi attori sociali e di estensione dell’accesso, il circolo vizioso in un circolo virtuoso".
Il secondo, Le reti civiche fra comunità e mercato, tra le altre cose, torna sulla questione del potere di cui abbiamo cominciato a parlare la settimana scorsa. "Garantire una reale partecipazione dei cittadini attraverso la costruzione di un sistema di informazione a livello comunitario implica, come si è detto all’inizio di questo scritto, preoccuparsi sul piano strutturale della capacità del sistema e della accessibilità e, su un piano sostanziale, dei contenuti che passano in questa struttura."

Qualcosa di critico

Di fatto, le reti civiche sono parte della comunicazione pubblica, quindi lasciamo che Franca Faccioli, autrice dell'articolo La comunicazione pubblica. Luci e ombre di un’innovazione, ci spieghi qualcosa di più. "Premesso che con comunicazione pubblica si intende quell'insieme di processi che permettono ai diversi attori che intervengono nella sfera pubblica di entrare in relazione tra loro, di confrontare punti di vista e riferimenti di valori allo scopo di concorrere al comune obiettivo di realizzare l’interesse generale, si propone di considerare il percorso di questi processi attraverso la chiave di lettura della ricerca della costruzione di una nuova identità sia da parte dei soggetti pubblici, sia da parte dei cittadini. Sul versante degli enti pubblici, il problema centrale è costruire un’immagine di credibilità e di affidabilità soprattutto nell'area dell’erogazione dei servizi. Il processo di riforma delle amministrazioni e in particolare la realizzazione della trasparenza e della semplificazione degli atti e dei procedimenti, ha promosso lo sviluppo e l’organizzazione di luoghi specifici come gli uffici per le relazioni con il pubblico e le altre strutture che svolgono compiti analoghi". 

NELLA LIBRERIA DI #CivicHackingIT

Sei lezioni sulla città di Guido Martinotti, Feltrinelli Editore

Questa settimana ci siamo volutamente concentrati sul passato, quindi un saggio che analizza le strutture sociali delle città italiane anche in ottica della loro relazione con il tempo ci sembrava più che appropriato.
Martinotti analizza le "forme" delle città: gli abitanti, gli edifici e le infrastrutture perché, con le parole dell'autore, "la città è un prodotto, ma non è affatto detto che chi la produce sia cosciente di quello che fa, e neppure che si riconosca nel risultato". Un trattato di sociologia che sicuramente non parla direttamente di reti civiche, ma che fa un po' di chiarezza - potenzialmente - sul guazzabuglio in cui si muovono. Per il momento, questo libro è un epub nei nostri ebook-reader, quindi se la recensione da una stellina su Amazon ha ragione non prendertela con noi!
Buona lettura!

Erika e Matteo
 
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